Gli adenocarcinomi della prostata sono la forma più frequente di tumore maligno a carico di questo organo mentre risultano rari i sarcomi, i carcinomi a piccole cellule ed i carcinomi a cellule di transizione. Tali tumori sono spesso asintomatici mentre in alcuni casi presentano una sintomatologia simile a quella che interviene nella ipertrofia prostatica benigna, con nicturia, pollachiuria, difficoltà minzionale, ematuria, stranguria ed alterazioni della funzione sensuale.
Il trattamento dipende dalle caratteristiche del paziente e dallo stadio del tumore al momento della diagnosi e deve essere adattato e personalizzato in base a tali caratteristiche ed alle preferenze di chi si deve sottoporre alla terapia o all’intervento.
In caso di tumori di piccole dimensioni ed a basso rischio oppure in pazienti anziani con altre patologie gravi si può decidere di non effettuare trattamenti ma solo controlli frequenti (vigile attesa – watchful waiting).
La terapia chirurgia prevede la prostatectomia radicale (ghiandola e linfonodi) per via retro pubica aperta o perineale oppure per via laparoscopica, a volte associata a radioterapia o ad ormonoterapia.
Trattamenti alternativi prevedono la radioterapia a fasci esterni, la brachiterapia, la ormonoterapia, la chemioterapia e la crioterapia.
Un indicatore utilizzato in letteratura per valutare il trattamento chirurgico del tumore della prostata è la “Riammissione a 30 giorni dall’intervento per tumore maligno della prostata”.
Tale indicatore misura un evento avvenuto entro breve termine dall’intervento chirurgico che può dipendere dall’insorgenza di complicanze o dal peggioramento del quadro clinico tale da richiedere un nuovo ricovero in ospedale. Si ritiene che gli esiti dell’indicatore siano attribuibili, almeno in parte, al setting clinico nel quale è avvenuto l’intervento e alle caratteristiche del chirurgo (età, esperienza, specializzazione).
Pertanto l’indicatore che misura le riammissioni consente di valutare la qualità della cura sia intra che extraospedaliera relativa al trattamento chirurgico del tumore maligno della prostata.
Il valore dell’indicatore può variare tra aree territoriali e strutture; questo fenomeno, oltre che dalla diversa qualità delle cure, può essere causato dalla eterogenea distribuzione, dovuta al case mix, di diversi fattori di rischio come ad esempio età, genere, condizioni di salute del paziente.
A seguito di verifiche di associazione tra andamenti degli esiti e nuove variabili cliniche introdotte nel tracciato delle SDO a partire dal 2018, viene inoltre definito il seguente indicatore per l’edizione 2021 del PNE:
1) “Riammissione a 30 giorni dall’intervento per tumore maligno della prostata – con nuove variabili”.
Tale indicatore mantiene la struttura e le metodologie di calcolo precedentemente illustrate, aggiungendo la variabile relativa alla stadiazione condensata rilevata al momento del ricovero per intervento chirurgico quale fattore predittivo nel modello di aggiustamento dei tassi di esito.
Il tuo medico di fiducia si farà carico del tuo problema e ti guiderà ad una scelta consapevole del percorso di cura da seguire. Contattalo per avere tutte le informazioni necessarie ai tuoi bisogni di salute.