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Il carcinoma mammario rappresenta il 29% di tutti i tumori e risulta essere la neoplasia più frequentemente diagnosticata nelle donne; nelle donne nella fascia di età tra 0 e 49 anni il tumore mammario rappresenta il 41% dei tumori maligni, il 35% tra 50 e 69 anni e il 21% nelle donne di età maggiore di 70 anni. Inoltre, rappresenta la prima causa di morte nelle donne in tutte le fasce di età: 29% dei decessi tra 0 e 49 anni, il 23% tra 50 e 69 anni e il 16% tra le donne con età superiore ai 70 anni. In Italia si osservano differenze tra macro-aree con una maggiore incidenza al Nord (123,4 casi/100.000 abitanti) rispetto al Centro (103,8 casi/100.000 abitanti) e al Sud-Isole (93,1 casi/100.000 abitanti) probabilmente dovute alle differenze nell’accesso allo screening mammografico e alla eterogeneità nella distribuzione dei fattori di rischio del tumore maligno della mammella.
La scelta del trattamento dipende dallo stadio del tumore, dalle condizioni e dall’età del paziente, ma la terapia standard è l’intervento chirurgico, radicale o conservativo, che può essere associato successivamente a chemioterapia e/o radioterapia.
L’intervento di ricostruzione della mammella dopo mastectomia può essere immediato o differito. L’intervento di ricostruzione immediata può essere effettuato in una fase oppure in due tempi. Nel primo caso si procede alla ricostruzione nel corso dell’intervento di mastectomia, evitando alla paziente successivi rientri in sala operatoria e preservando, quando possibile, la cute mammaria e areolare.
Nel secondo caso, la ricostruzione avviene in due fasi, con posizionamento di un espansore tissutale contestualmente alla mastectomia, seguito dal posizionamento di una protesi definitiva dopo alcuni mesi. In alternativa si può decidere per la ricostruzione differita, che prevede che il processo di ricostruzione della mammella inizi in un ricovero successivo alla mastectomia, per completare eventuali terapie coadiuvanti e decidere il tipo di ricostruzione più adeguata. Attualmente, esistono evidenze che la ricostruzione immediata non influisce sul decorso della malattia né impedisce di individuare eventuali recidive locali, non riduce l’efficacia della chemioterapia adiuvante né della radioterapia postoperatoria e quindi non richiede che l’inizio di questi due trattamenti venga rimandato. La ricostruzione immediata permette quindi di semplificare il processo ricostruttivo della mammella e di ridurre l’impatto psicologico e sociale dell’intervento demolitivo, senza modificare il percorso terapeutico della paziente.
I Centri di Senologia rappresentano la sede ideale per tutti gli atti chirurgici scopo profilattico, diagnostico, oncologico e ricostruttivo. La soglia minima di attività chirurgica annua per i Centri di Senologia è di 150 nuovi interventi annui, che devono essere effettuati da un’unica UO di Chirurgia senologica; idealmente l’attività deve essere svolta da almeno 2 chirurghi, ognuno con una esperienza di almeno 50 nuovi interventi l’anno eseguiti come primo operatore.
Sono stati definiti i seguenti indicatori:
1) Proporzione di interventi per TM della mammella eseguiti in reparti con volume di attività superiore a 135 interventi annui”: questo indicatore, misura la proporzione di reparti ospedalieri che raggiungono la soglia minima di interventi chirurgici annua prevista per i Centri di Senologia (la soglia di 150 interventi diminuita di un margine di tolleranza del 10%).
2) Proporzione di nuovi interventi di resezione entro 120 giorni da un intervento chirurgico conservativo per tumore maligno della mammella e Proporzione di nuovi interventi di resezione entro 90 giorni da un intervento chirurgico conservativo per tumore maligno della mammella: misurano la necessità di intervenire chirurgicamente successivamente al primo intervento di resezione per tumore maligno della mammella.
3) Proporzione di intervento di ricostruzione o inserzione di espansore nel ricovero indice per intervento chirurgico demolitivo per tumore invasivo della mammella: valuta il numero di interventi chirurgici nei quali la ricostruzione viene effettuata contestualmente all’intervento di mastectomia.
4) Proporzione di interventi chirurgici conservativi per tumore maligno della mammella: misura la proporzione di interventi conservativi sul totale dell’attività chirurgica della struttura per tumore maligno della mammella.
Il valore degli indicatori può differire tra aree territoriali e strutture per la diversa qualità delle cure, ma può essere imputabile anche alla eterogenea distribuzione di diversi fattori di rischio come ad esempio età, genere, comorbilità del paziente.
A seguito di verifiche di associazione tra andamenti degli esiti e nuove variabili cliniche introdotte nel tracciato delle SDO a partire dal 2018, vengono inoltre definiti i seguenti indicatori:
5) Proporzione di nuovi interventi di resezione entro 90/120 giorni da un intervento chirurgico conservativo per tumore maligno della mammella – con nuove variabili: misura la necessità di intervenire chirurgicamente successivamente al primo intervento di resezione per tumore maligno della mammella.
6) Proporzione di intervento di ricostruzione o inserzione di espansore nel ricovero indice per intervento chirurgico demolitivo per tumore invasivo della mammella – con nuove variabili: valuta il numero di interventi chirurgici nei quali la ricostruzione viene effettuata contestualmente all’intervento di resezione.
Tali indicatori mantengono la struttura e le metodologie di calcolo precedentemente illustrate, aggiungendo la variabile relativa alla stadiazione condensata rilevata al momento del ricovero per intervento chirurgico quale fattore predittivo nel modello di aggiustamento dei tassi di esito.
Il tuo medico di fiducia si farà carico del tuo problema e ti guiderà ad una scelta consapevole del percorso di cura da seguire. Contattalo per avere tutte le informazioni necessarie ai tuoi bisogni di salute.
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Rappresenta una struttura, il numero all'interno indica il valore dell'indicatore che si sta osservando