Il by-pass aorto-coronarico consiste nella sostituzione del tratto di arteria coronaria compromesso da una lesione aterosclerotica, attraverso l’innesto di un segmento di vaso (vena o arteria) che permette di aggirare l’ostruzione. L’intervento è indicato per alleviare i sintomi anginosi, quando questi resistono alla terapia medica, e dà risultati migliori delle cure mediche nel prolungare la sopravvivenza dei pazienti con malattia coronarica avanzata: pazienti con stenosi significativa della coronaria sinistra subito dopo la sua origine o con stenosi di tre rami coronarici (o due vasi incluso il tratto prossimale della arteria discendente anteriore sinistra) insieme a ridotta funzione del ventricolo sinistro.
Inoltre, l’intervento di BPAC è preferibile alla PTCA nella maggior parte dei pazienti con forme estese di coronaropatia.
Il numero di by-pass che si possono effettuare dipende dal numero di coronarie o di rami delle coronarie ostruiti. I rischi potenziali sono essenzialmente condizionati da fattori legati allo stato generale di salute del paziente. Si stima che per un paziente con funzione ventricolare sinistra conservata, in buone condizioni generali e senza gravi malattie, il rischio di decesso è intorno al 2%.
Il Decreto del Ministero della Salute 2 aprile 2015 n. 70 sugli standard relativi all’assistenza ospedaliera, per gli interventi di By-pass aorto-coronarico isolato, riporta una soglia massima di mortalità aggiustata per gravità pari al 4%.
È stato calcolato il seguente indicatore:
1) Mortalità a 30 giorni dall’intervento di by-pass aorto-coronarico (BPAC):
L’esito a breve termine dell’intervento di BPAC può rappresentare un buon indicatore della qualità dell’attività delle strutture di cardiochirurgia. La valutazione si riferisce all’intero processo assistenziale ospedaliero e post-ospedaliero (a 30 giorni dall’intervento) ed è relativa al BPAC isolato, cioè non associato ad interventi sulle valvole o endo-arteriectomia. La scelta di considerare gli interventi isolati è legata al fatto che sia il livello di mortalità sia i fattori di rischio sono diversi nel caso degli interventi associati.
Il valore dell’indicatore può variare tra aree territoriali e strutture; questo fenomeno, oltre che dalla diversa qualità delle cure, può essere causato dalla eterogenea distribuzione, dovuta al case mix, di diversi fattori di rischio come ad esempio età, genere, condizioni di salute del paziente.
A seguito di verifiche di associazione tra andamenti degli esiti e nuove variabili cliniche introdotte nel tracciato delle SDO a partire dal 2018, è stato inoltre definito il seguente indicatore:
2) “Mortalità a 30 giorni dall’intervento di by-pass aorto-coronarico (BPAC) – con nuove variabili”: l’esito è calcolato a partire dalla data di ricovero per BPAC e l’esposizione è data dall’ospedale in cui il paziente è stato ricoverato.
Tale indicatore mantiene la struttura e le metodologie di calcolo precedentemente illustrate, aggiungendo le variabili relative alla frazione di eiezione e alla concentrazione di creatinina sierica rilevate al momento del ricovero quali fattore predittivi nel modello di aggiustamento dei tassi di esito.
Il tuo medico di fiducia si farà carico del tuo problema e ti guiderà ad una scelta consapevole del percorso di cura da seguire. Contattalo per avere tutte le informazioni necessarie ai tuoi bisogni di salute.